Le Tre Piscine: il tesoro naturale candidato ai luoghi del cuore del FAI

La cala delle tre piscine è una degli accessi a mare più belli di Bagheria e Santa Flavia, in provincia di Palermo. Si tratta di una stupenda costa rocciosa posta ai piedi del maestoso Capo Zafferano. Si dice che il nome popolare attribuito a quella che sulle carte nautiche viene nominata Cala dell’Osta, sia dovuto al fatto che Cala dell’Osta si divide in tre calette, che per la calma delle acque e per il colore verde-azzurro ricordano delle piscine.
 

Altri sostengono che il nome derivi da veri e propri laghetti, che si formano sugli scogli in inverno. Il più recente nome Cala del Cuore è dovuto ad un cuore rosso affisso tra gli scogli. Qualunque sia l’origine del nome, la cala è tra le più apprezzate dai cittadini e visitatori, che la usano come spiaggia, e per prendere il sole, anche perché in estate è illuminata sino al tramonto. 
Il fondale roccioso è relativamente basso nei primi metri ed arriva gradualmente a circa dieci metri, è quindi un luogo perfetto per lo snorkeling e immersioni. La zona più bassa è composta da scogli, tra cui si snodano diversi percorsi che si arrampicano in alto su una scogliera calcarea di circa 15 metri. 
La scogliera protegge l’area dal vento su tre lati, lasciandola esposta soltanto a nord-ovest. Sopra la cala, a separarla dall’ingresso e da Via Perez, un ampia distesa di dune eoliche: un paesaggio mediterraneo selvaggio, popolato di piante che fioriscono in tutti i periodi dell’anno, colorandola di rosso in estate e di giallo in inverno. Da qualche anno l'associazione Next di Bagheria ha adottato la caletta, e sta sviluppando dei progetti per la tutela e la valorizzazione di questo tesoro naturale. 
Il più lieve tra i problemi dell’area è quello della segnaletica, non esiste una cartellonistica che segnali l’ingresso, direzioni, fornisca informazioni sui percorsi e sulle condotte da adottare, non esistono segnali di pericolo a delimitare gli spazi di sicurezza. Il percorso è intervallato da muri, scalini e fango, questo nonostante le pendenze lievi che permetterebbero a persone con carrozzina di frequentare almeno l’area delle dune, in totale sicurezza. 
I percorsi in cemento a ridosso della scogliera sono stati realizzati più di 40 anni fa, molti gradini sono saltati e il sentiero in cemento in alto si è ridotto sino a diventare pericoloso. Lo stesso stato di degrado è ovviamente comune a tutta l’area delle piattaforme, che nonostante le ripetute pulizie da parte di associazioni e volontari è sporcata dall’inciviltà di pochi, che si dimenticano di portare via i loro rifiuti.

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